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Tito Vespasiano Paravicini (Milano 1830-1899), figura poco nota della cultura architettonica milanese del XIX secolo, professore di disegno ed architetto modestissimo, è stato autore di notevoli studi di storia dell'architettura del Rinascimento lombardo, di saggi critici molto considerevoli sulla produzione architettonica a lui contemporanea a Milano, di un testo che definiremmo modernamente di "caratteri distributivi degli edifici" a completamento dell'edizione italiana del notissimo e diffusomanuale sulle costruzioni del Breymann, di numerose voci tecniche in una enciclopedia di architettura edita a fine secolo da Vallardi. La sua personalità ha un posto singolare nel dibattito attorno al restauro dei monumenti per essere egli stato uno strenuo, ma inascoltato, divulgatore delle tesi conservazioniste di John Ruskin, uno dei pochi iscritti alla S.P.A.B., la società fondata da William Morris per la difesa delle testimonianze architettoniche del passato, le cui idee tuttavia inserisce nella sua cultura storicista e positivista. Le carte di Paravicini, donate all'Ambrosiana per interessamento di Luca Beltrami, che egli aveva sempre fortemente osteggiato per i suoi criteri di restauro, contengonomolti manoscritti inediti dei più svariati argomenti e soprattutto un gran numero di rilievi dimonumenti, tra i maggiori della Lombardia, come la Certosa di Pavia, ma anche di architetture rurali, di particolari decorativi, che costituiscono una preziosa testimonianza di molte cose scomparse...